SONDAGGIO

Chi vincerĂ  il Culo d'Oro 2016:

FORMENTERA 2006

Febbraio 2006

La scelta della destinazione di Formentera fu particolarmente facile. Un nostro amico (Piero) anche lui componente del Casato dei ‘Van da Parlur’ gestiva un piccolo villaggio proprio nell’isola; pertanto, la locazione e il   riferimento era già stato trovato.
Il gruppo era particolarmente gasato già da febbraio, quando il Mera aveva prenotato l’aereo, (Easy-jet per l’esattezza).
Formentera era ed è  l’isola delle belle donne, delle facili avventure, dei sogni (già proprio dei sogni) e più si avvicinava il momento della partenza più il grado di eccitazione cresceva (pensar male si fa peccato e non costa niente; attenzione dunque).

Settembre 2006

Si parte.
All’aeroporto tutti presenti, con la nostra bella maglietta bianca, dopo le foto di rito, via, salutiamo il continente e ci imbarchiamo per la prima nostra ricerca (non dimentichiamo il motivo del viaggio). Sull’aereo nessuno dormiva, tutti erano ansiosi di vedere cosa quell’isola poteva offrirci, qualcuno già si immaginava di essere accolto  all’arrivo da schiere di belle e giovani fanciulle che con ghirlande di fiori, gli attorniavano il capo e lo invitavano a ballare il samurè.
Sbarcammo dall’aereo a Ibiza, nessuna fanciulla ad aspettarci;  ci recammo allora verso il porto dove ci aspettava il traghetto per Formentera, il viaggio fu un po’ tormentato dal mare mosso, arrivati a Formentera ci aspettava il Piero con una bella fanciulla, sua moglie, che ci accompagnò a prendere gli scooter; caricammo i bagagli in auto e ci avviammo al villaggio.
La permanenza sull’isola si caratterizzò nei primi giorni come una normale vacanza, di giorno sole, sabbia e mare, di sera grandi mangiate nei ristoranti più tipici dell’isola e poi la notte …… grandi dormite riempite da dolci visioni impossibili da commentare.
Sfilavamo come pazzi scatenati sui nostri motorini (per quanto potessero andare, max 50 km all’ora) padroni di noi stessi per pochi giorni, di liberarci dalle nostre dipendenze quotidiane, il lavoro, lo stress, la televisione, la buona creanza, liberi infine di andare per i fatti nostri.
Ma i fatti nostri non erano solo quelli, ci eravamo dimenticati troppo presto della ricerca e, richiamati dal Reggente, dedicammo le poche ultime ore rimaste alla ricerca delle tracce della nostra storia senza nessun risultato positivo.
Ma come ogni medaglia ha il suo rovescio e ogni libertà ha il suo prezzo, il ritorno alla realtà.
Mi ricordo come fosse ieri, la mattina della partenza, le valigie schierate nel cortile aspettavano di essere caricate sulla macchina, noi che ritardavamo, il Piero che caricò le valigie e si avviò verso il porto, noi con i nostri motorini, lo si seguiva.
I nostri sogni, le nostre speranze erano racchiuse tutte in quelle valigie che ci precedevano, sembrava un funerale.

Arrivammo a Ibiza e qualcuno di noi, pur di non partire cercò di far perdere l’aereo a tutto il gruppo con un attacco viscerale, ma non bastò, arrivammo all’aeroporto stanchi, provati e un po’ delusi di non aver trovato ahimè, nessuna traccia, il tutto per dire che avremmo riprovato l’anno successivo.

Seguiteci il prossimo, sarà tutto un’altra storia.